Giovanna Tessitore, Soria e Liberta' nel libro di Nino D'Ambra Stampa
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Giovanna Tessitore   
Martedì 14 Ottobre 2003 19:11

La Libertà come valore etico.

Storia e libertà: un binomio che unisce, in questa ricognizione affrontata da Nino d’Ambra, il rigore documentario della ricostruzione storica alla riflessione etica, propria delle scienze filosofiche.
Il percorso affrontato si svolge dunque all'insegna di una sorta di duplicità metodologica, che unisce la consultazione delle fonti storiche e dei documenti originali, rigorosamente vagliati nella loro autenticità ed attendibilità, alle riflessioni esplicite sul valore ed il senso della libertà.

L'itinerario proposto, pur nella sua complessità, racconta con estrema chiarezza espressiva un arco lunghissimo della vita isolana. Sono tre secoli di storia che il testo ha il pregio di non rinchiudere nella visione inevitabilmente ristretta delle"microstorie” locali, mostrando invece la capacità di dialogare costantemente con gli eventi della Storia nazionale ed internazionale.
Gli avvenimenti ricostruiti nel libro, dalla Rivoluzione francese alla Resistenza, sono affrontati da una prospettiva che è non solo strettamente storica, ma anche morale ed etica. Il filo conduttore che li unisce, fondendo storia isolana e storia nazionale, memoria personale e collettiva, è un "gusto per la libertà", che sollecita indagini e riflessioni proiettabili anche in questo nostro presente immediato così come nel nostro futuro. La libertà, intesa come capacità di determinarsi secondo scelte autonome e non soggette a costrizioni, va indagata secondo prospettive molteplici, in relazione al campo in cui essa viene esercitata: quindi libertà morale, religiosa, politica, di pensiero, presente in ambito speculativo in ogni tempo della storia umana, dalla civiltà greco-romana al Novecento
Nel mondo antico la libertà è stata concepita in relazione allo stato, alla potenza della polis greca come della res publica romana, marginalizzando l'autonomia dell'individuo, del singolo uomo.
Nel mondo cristiano assistiamo ad una rivoluzione del concetto classico di libertà, ricondotto ad una analisi della coscienza interiore in relazione al peccato dell'uomo nei confronti del divino; la libertà umana è dunque svincolata dalle contingenze della storia e del mondo per porsi in relazione con il giudizio divino e la prospettiva dell'Assoluto propria della religione.
Il pensiero fìlosofìco moderno sviluppa il concetto di libertà in senso razionalistico ed empiristico. Nell'Ottocento, con Hegel, culmine della filosofia idealistica, la libertà viene identificata con i processi razionali della realtà e della storia, negando l'autonomia propria degli individui e affermando quella invece dello Spirito Assoluto nel suo ritorno a se stesso dopo l'alienazione nella natura e nella storia.
Nel Novecento è con Kierkegaard che, in opposizione ad Hegel, viene riaffermato il primato individuale e personale della libertà, in modi contraddittori e drammatici ai quali poi attingeranno le correnti esistenzialistiche di questo secolo appena trascorso.
Marx, ancora in polemica con l'hegelismo, concepisce invece la libertà come processo di liberazione economica, sociale e politica, per sottrarre l'uomo alla schiavitù e permettere ad ogni individuo la piena realizzazione di sé, in senso materiale e spirituale.
Anche nell'esistenzialismo la riflessione sulla libertà è centrale, aspirazione sempre delusa che per Jaspers si traduce in «scacco» inevitabile dell'esistenza umana.
Oggi, all’inizio del terzo millennio, in una cultura e società definite come postmoderne, dominate dall'immagine e dalla simultaneità in cui ogni valore individuale si annulla nella ripetizione dei messaggi, le grandi ideologie sembrano aver perso il loro valore di coscienza critica del mondo. In realtà pur frammentate ed indebolite esse continuano a ricoprire un ruolo fondamentale di «resistenza» contro la società dei simulacri. Le diverse spinte ideologiche presenti nella cultura di fine millennio hanno riconosciuto la necessità ed i bisogni individuali, denunciando forme di esclusione, rivendicando l'autonomia ed i diritti di esperienze molteplici ed eterogenee.
Una cultura dei diritti nella quale il discorso sulla libertà non può. che essere affrontato in termini etici, nell'orizzonte di un discorso morale, alla base del quale deve essere posta l'infondabilità dell'etica e della libertà stessa.
Più che mai attuali dunque le conclusioni alle quali giunge Nino d'Ambra, al termine di un lungo discorso nel quale la storia della libertà isolana si intreccia alla rievocazione della storia di tutta la famiglia d’ Ambra, ai ricordi di un passato recente di guerra e di ricostruzione, narrato col sostegno di una memoria privata ma mai chiusa in un discorso autoreferenziale.
Proprio perché «il gusto per la libertà è stato sempre insopprimibile negli uomini», le valutazioni contenute nel libro non possono non spingerci a riflettere sul valore della libertà, personale e collettiva, da intendersi soprattutto come rispetto e tutela delle diversità, etniche, morali, religiose, di pensiero e di espressione, così necessarie in questo nostro tempo che si dibatte nella rete di processi di omologazione culturale e di globalizzazione.

(Giovanna Tessitore.”Il Golfo”, 14.10.2003, pag. 29).

Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:21