Militesente con astuzia Stampa
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NapoliNews - Arte
Scritto da Achille Della Ragione   
Mercoledì 25 Aprile 2007 21:30

Militesente con astuzia

Da quando esiste l’Italia il rapporto dei giovani verso il servizio militare è cambiato più di una volta. Dopo essere stato considerato per più generazioni un onore fino alla seconda guerra mondiale, è divenuto all’improvviso un peso intollerabile da evitare in ogni modo con la malattia, finta o immaginaria, con la raccomandazione quando possibile, con la corruzione spesso e volentieri ed infine con la sublimazione attraverso l’obiezione di coscienza, che negli ultimi anni poteva divenire totale, permettendo di saltare i giudici militari e patteggiare una pena pecuniaria davanti alla magistratura ordinaria.

“Se non sei buono per il Re non sei buono neppure per me” recitavano le fanciulle da marito nei primi decenni del Novecento.
“Ho superato la visita militare babbo”, “ Sono orgoglioso di te figliolo”
“Ho fatto fesso i medici, mi hanno riformato”, “Sei un dritto, hai preso di me”.
Tra queste due conversazioni passano non più di cinquanta anni.
Infine da quando è stata abolita la leva obbligatoria ed il periodo di naia è divenuto volontario ed a pagamento vi è stata una grande richiesta da parte dei giovani meridionali, disperati e senza lavoro.
Oggi con le missioni di pace…, alle quali l’Italia si onora di partecipare, vi è da guadagnare un sacco di denaro, anche se vi è un piccolo rischio di essere feriti o di non tornare, per cui quando si aprono gli sportelli per consegnare le domande di arruolamento i giovani, accompagnati da un nugolo di familiari, passano la notte in macchina davanti al comando e ben prima del canto del gallo si mettono in fila ad aspettare, avvolti nelle coperte e con i termos pieni di caffè, per essere i primi a consegnare la domanda.
Geltrude era figlio del suo tempo, il ’68, e pur non essendo di sinistra era antimilitarista convinto e militesente per vocazione. Già dalla prima visita di leva, durante i famigerati tre giorni, mise in atto ogni artificio per buggerare i medici militari. Si finse sordo ed al momento della raccolta delle urine si punse un polpastrello e fece cadere infinite gocce di sangue nel campione per fingere una nefrite. Purtroppo l’unico risultato fu l’essere classificato idoneo di quarta categoria rosso, in poche parole la chiavica delle reclute, che partono militare solo se le classi non sono esuberanti.
Il rinvio per motivi di studio spostò nel tempo il problema, ma tutti i nodi vengono al pettine ed approssimandosi la laurea bisognava trovare la soluzione definitiva al problema. Si poteva chiedere una nuova visita medica, ma poi venne il colpo di genio, che con sei milioni, più centomila lire per un documento falso risolse ogni pendenza e non  trasformò Geltrude in militesente, ma addirittura in congedato.
Non fu difficile con quella cifra convincere Peppino, un morto di fame cronico, che abitava in un vicoletto vicino casa sua, a servire due volte la patria. Una prima volta per adempiere ai suoi obblighi verso lo Stato, una seconda per farsi un gruzzoletto, sposarsi e chiavare per la prima volta.
Alla nuova visita Peppino si presentò con il documento nuovo di zecca procurato da un vecchio pregiudicato della zona, che da anni aveva messo la testa a posto e si interessava solo di contrabbando, falsificazioni e vendita di benzina dei pescatori.
Venne arruolato ed inviato alla caserma di San Giorgio, dove tra permessi e malattie fece non più di trenta quaranta giorni di militare. Alla fine il congedo e per il futuro ad un attento osservatore solo una piccola incongruenza sul foglio matricolare: l’altezza un metro e sessantatre centimetri, quando tutti sanno che Geltrude, per quanto con gli anni si è un po’ arrognato, supera ancora di una spanna il metro ed ottanta.


 

Ultimo aggiornamento Giovedì 12 Marzo 2009 17:41