Casamicciola: Operai Amca assicurati a carico dell'impresa verde Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Domenica 11 Giugno 2006 15:54

Casamicciola: Operai Amca assicurati a carico dell'impresa verde

Il passaggio servirebbe a garantire il completamento delle mensilità necessarie per dar corso alla pratica di disoccupazione e quindi avere accesso alla riscossione delle indennità prevista. Oltre a non gravare eccessivamente sui bilanci della partecipata e scongiurare il rischio continuità operativa, certo un’arma in più nelle mani del lavoratore che potrebbe per questo avanzare pretese.

Mentre le autorità indagano, molti dei soggetti coinvolti nell’assunzione multipla sono già stati ascoltati. Alcuni di questi avrebbero confermato di non aver mai operato per l’impresa in questione pur risultando nell’organico delle unità in servizio. Si aprono dunque inquietanti scenari di contropartite obbligate e scambi di favore? Perché il Verde, titolare dell’impresa avrebbe dovuto assicurare operai Amca pur non sfruttandone le prestazioni? L’interrogativo sembra non poter avere una risposta per il momento, si attendono gli esiti di ulteriori sviluppi sull’inchiesta.
Da settimane la Guardia di Finanza indaga sui rapporti tra la multiservizi casamicciolese Amca e la ditta incaricata di molti degli appalti e subbapalti pubblici nel comune Termale, l’Impresa Verde. A quanto pare, oggetto dell’inchiesta condotta dal nucleo operativo d’Ischia sarebbero le poco chiare assunzioni di alcuni operai risultati per diversi mesi in carico all’Amca stessa, mentre per un altro congruo numero di mensilità, compaiono tra gli assicurati come personale dell’impresa de quo. A far nascere i sospetti ed i dubbi alla base di successivi ed inquietanti interrogativi degli inquirenti, sono state le relazioni tra le domande di disoccupazione presentate dai soggetti in questione e la durata delle assunzioni in seno all’impresa edile. Gli operai coinvolti, infatti, qualora non avessero avuta garantita l’assunzione in forza alla pianta organica della società Verde non avrebbero, altrimenti, potuto inoltrare avverso gli istituti preposti le pratiche necessarie alla richiesta d’indennizzo per il lavoro “stagionale”. Se quanto emerso dai primi accertamenti e dalle indagini sommarie venisse confermato ciò significherebbe che il passaggio dell’assunzione Amca-Verde è il punto cardine, il passaggio obbligato per garantire il completamento delle mensilità necessarie secondo legge, affinché possano essere esperite legittimamente tutte le pratiche e gli iter di accesso ai risarcimenti statali nei periodi di inoccupazione per quanti temporaneamente operanti nel mondo del lavoro. Questo senza gravare eccessivamente sui bilanci della partecipata e scongiurando il rischio continuità operativa , un’arma in più nelle mani del lavoratore che potrebbe a ciò avanzare pretese d’impiego fisso, senza promessa di voto.
In merito alla vicenda e sulla quale gl’inquirenti cercano di fare chiarezza, sono già stati ascoltati, lo scorso aprile, molti dei personaggi coinvolti. Alcuni operai avrebbero addirittura confermato che pur risultando in forza ed assicurati con la ditta Verde non vi hanno mai operato ne prestato servizio. Si aprono, dunque, inquietanti scenari di pressioni e richieste di sdebitamento “familiare”? Scambi di favore? Contropartite obbligate? Pagamento sul campo degli incarichi offerti e degli appalti e subbappalti forniti su molti dei cantieri delle opere pubbliche nel comune di Casamicciola? Perché il Verde, titolare dell’impresa avrebbe dovuto assicurare operai Amca pur non sfruttandone le prestazioni? L’interrogativo sembra non poter avere una risposta per il momento, si attendono gli esiti di ulteriori sviluppi sull’inchiesta. Un inchiesta che non mancherà di coinvolgere, certamente, quanto fin’ora verificatosi per l’espletamento delle gare d’appalto inerenti gli affidamenti pubblici in questione e le procedure relative. Procedure nei cui esiti sembrano poter trovare riscontro l’esistenza di una sorta di monopolio sulle opere Pubbliche: c’è l’idea, si fiuta il finanziamento, si conferisce l’incarico al progettista ingegnere/architetto di fiducia, si appalta in talune circostanze si subappalta alla ditta di schieramento l’opera. Si dice che Bologna sia la capitale delle coop rosse, ma a quanto pare sembra che Casamicciola registri un fenomeno altrettanto allarmante. Questo se e nel caso, quanto sin’ora ancora al vaglio delle autorità dovesse essere confermato. Nel comune termale, decentrato, provinciale e meno esposto alle luci dei riflettori della polemica politica, gli interessi, le mire ed i progetti delle “coop di governo” fanno il bello ed il cattivo tempo, incarichi e contropartite, promesse e clausole preaccordo, tutto questo nel cerchio ristretto di una “piccola famiglia ” allargata, fatta, di liberi professionisti, legali, procuratori, politici ed appaltatori. Sotto Palazzo Bellavista, non c’è opera pubblica negli ultimi anni che non sia stata realizzata da una società del cerchio: dalla strada sul porto al porto, dalla piazza al rione. L’elenco dei lavori affidati è notevole. Le speculazioni dei vecchi alberghi e complessi termali, le strade i sottoservizi, ma gli esempi sono decine. Le più rilevanti opere pubbliche e private del paese sono targate “family” e non c’è settore dell’economia locale dove non si preveda d’inserire il binomio Privato- Partecipata municipale. Per parafrasare Gorge Orwell, «tutti gli operatori commerciali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». La “coop casamicciolese” opera come una multiregionale in un sistema integrato che può contare sulla sintonia tra partito post-comunista in tutte le amministrazioni e in tutte le istituzioni. Le esigenze del sistema de quo hanno modellato le scelte amministrative e le scelte amministrative hanno sostenuto, ovviamente chiedendo altrettanto in cambio, il sistema. I progetti della nuova edilizia urbana, decisa alla fine degli anni ‘90 hanno mosso investimenti per milioni di euro, parte dei quali finanziati dallo stato e a carico dello stato. Monopolisti e parsimoniosi dunque nella cittadina termale…però a carico della collettività. Una finezza imprenditoriale che lascia discettare di corruzione e di etica, di fini che giustificano i mezzi e di poesia politica. La politica elastica, un mistero! Eppure è elastica nel senso di sciolta, agile, svelta per le capacità del praticante o elastica nel senso di compromesso, di adeguamento alle circostanze. Oggi ufficialmente non si sa, semplicemente si percepisce. «Se l’etica è utilità, allora l’unico criterio per decidere qual è l’etica migliore è quello che stabilisce quale etica sia la più utile, insomma quale etica sia in grado di ottenere il maggior successo, l’etica in cui i mezzi giustificano il fine», Cimurri.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 03 Ottobre 2012 13:17