Contro la guerra Libica Stampa
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Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche
Scritto da Nino D'Ambra   
Martedì 16 Giugno 2009 15:08

Contro la guerra Libica

La guerra libica (1911-1912) doveva dare un nuovo impulso alle attività dei socialisti che ruotavano intorno al periodico “ La Propaganda”di Napoli. Mentre il Partito Socialista da Roma, pur contrario alla guerra, aveva assunto un atteggiamento poco deciso. I socialisti de “La Propaganda” cominciarono ad attaccare il Governo e le caste militari in maniera violenta, dichiarandosi decisamente contro la guerra «contro qualsiasi guerra di conquista».

Sostenevano che le spese di una guerra di aggressione dovevano essere investite in patria per far fronte alla miseria. E quando si seppe che le Autorità militari italiane avevano fatto impiccare diversi sovversivi libici durante l’occupazione, l’indignazione dei socialisti de “La propaganda” raggiunse vette altissime, dimostrandola anche con l’inneggiare alla stoica serenità con cui i patrioti arabi affrontavano la morte provocata dai “selvaggi d’Italia”, di quell’Italia che fu patria di Cesare Beccarla!    Il direttore di allora de “La Propaganda” fu sottoposto a procedimento penale per « vilipendio alle istituzioni a mezzo della stampa». L’avv. Domenico d’Ambra (1874-1936), redattore allora del periodico, indisse un referendum « fra i più noti uomini politici e letterati» sul se ritenevano o meno che il processo fosse un attentato alla libertà di pensiero:il risultato favorevole fu plebiscitario.
La campagna di stampa contro la guerra libica fu lunga e serrata, sostenuta anche da convegni, conferenze e comizi. Fra l’altro furono individuati in Italia tante zone da Terzo Mondo dove doveva essere veramente portata quella civiltà che i militaristi vollero portare in Africa. Fra i moltissimi episodi di efferatezza citati da “ La Propaganda”, ne riportiamo testualmente uno che dà la misura della coerenza e della lucidità politica di quel combattivo gruppo di socialisti i cui ideali di uguaglianza e di fratellanza universale non vennero mai meno: «Si sono bombardati tutti i centri abitati della costa libica, pur sapendo che l’obice non rispetta il vecchio, la donna, l’innocente fanciullo. Dopo il bombardamento si sono trovate misere donne brancolanti come pazze su le macerie fumanti; fanciulli smarriti che tendevano le braccia, muti, per terrore; corpi laceri, dilaniati. Un’ orfana è stata raccolta da quelli che le avevano uccisi i genitori e, in onta al sentimento religioso dei poveri morti, battezzata col rito cattolico; e, in isfregio al sentimento patrio dei poveri caduti, battezzata col nome nemico: Italia. Inaudita, sacrilega crudeltà».
(Nino d’Ambra)

Ultimo aggiornamento Venerdì 22 Gennaio 2010 21:37