Modena: Cispadana. Assessore Donini in commissione, strategica, si fara'. Entro 2015 progetto definitivo. Opere complementari per 200 MLN a beneficio territori Stampa
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ModenaNews - Cronaca
Scritto da Online Information   
Sabato 04 Aprile 2015 11:16

Modena: Cispadana. Assessore Donini in commissione, strategica, si fara'. Entro 2015 progetto definitivo. Opere complementari per 200 MLN a beneficio territori

L’autostrada Cispadana “si farà, perché è un'opera strategica per il territorio che collega l’Emilia-Romagna da est a ovest e si inserisce nei principali corridoi trasportistici europei”. Inoltre, entro il 2015 “si arriverà a un parere positivo definitivo alla Valutazione di impatto ambientale, con i conseguenti eventuali adeguamenti del progetto”.
Ad annunciarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Donini, che questo pomeriggio in commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Manuela Rontini, ha svolto una informativa sulla Cispadana richiesta da Alan Fabbri (Ln). Proprio il consigliere in apertura del dibattito chiarisce che “ad interessarci non sono le vicende giudiziarie, per cui ci affidiamo alla magistratura, ma le conseguenze reali sulla vita dei cittadini, a partire dalle procedure di esproprio fino alle opere compensative”. L’impegno della Regione, assicura Donini, è “convocare per un ampio confronto tutti i territori coinvolti, non appena il progetto sarà definitivo”, anche perché, ricordano i tecnici dell’assessorato, “sono in programma quasi 200 milioni di euro di opere complementari, a partire dai collegamenti viari, che siamo sicuri avranno ricadute importanti sulla vita quotidiana di molti emiliano-romagnoli”. A proposito di costi, “il valore complessivo dell’opera è di 1,3 miliardi di euro, attendiamo ora gli esiti del decreto Sblocca Italia e la presa in carico da parte dello Stato perché ci offrirebbe numerosi vantaggi dal punto di vista della defiscalizzazione”. Per quanto riguarda gli utenti, l’assessore, su richiesta dei consiglieri, precisa che “la media del pedaggio nelle autostrade emiliano-romagnole è di 7 centesimi al chilometro, e noi non intendiamo assolutamente andare oltre questa cifra, anche per mantenere la competitività della infrastruttura”. In conclusione, Donini non manca di ribadire la propria fiducia nei confronti dell’operato della magistratura, augurandosi però allo stesso tempo che “chi era coinvolto in questo progetto nel corso della precedente legislatura possa dimostrare tanto la propria estraneità alle accuse quanto la correttezza del proprio impegno”.
Ad aprire il dibattito dopo l'informativa è stato Tommaso Foti (Fdi), che ha ribadito “il proprio appoggio alla Cispadana, perché è una opera strategica di cui il territorio ha bisogno”, a patto però che ci siano “la massima trasparenza a livello di società e un livello di indipendenza acclarato”. Il consigliere invita anche a “prestare attenzione alle spese per le opere complementari: comprando il consenso dei territori si rischia di vedere lievitare i costi dell’opera”.
Pier Giovanni Alleva (AltraER) interviene per chiedere chiarimenti “in merito alle penale di 200 milioni di euro in caso di mancata realizzazione del project financing”, mentre Igor Taruffi (Sel) domanda “quali siano i vantaggi di attendere lo Sblocca Italia quando il decreto esplicitamente prevede che le opere ammesse non debbano prevedere ulteriori oneri a carico dello Stato”.
Prot. N. 590/2015
Data 02/04/2015

Modena: Carcere. Basta 'ergastolo bianco' Desi Bruno garante regionale detenuti, Castefranco Emilia, case lavoro un fallimento, esperienza da superare


“Noi guardiamo i pochi detenuti presenti qui a Castelfranco con una certa invidia. Loro usciranno quando avranno scontato la pena, nessuno chiederà loro dove andranno e cosa faranno. Noi dovremo, invece, dimostrare di avere un lavoro e una casa. Con i pregiudizi che ci riguardano, ma chi ce lo dà un lavoro o una casa dopo anni di detenzione?”. Chi parla è un internato nella casa lavoro di Castelfranco Emilia (Mo) e le sue parole sono state citate da un avvocato nel corso della conferenza stampa di presentazione degli atti del convegno intitolato “Poveri o pericolosi?”, che si è svolto a Castelfranco il 20 ottobre 2013.
È passato un anno e mezzo e la situazione non può dirsi migliorata. La Casa lavoro di Castelfranco ospita un centinaio di internati e meno di dieci detenuti; questi ultimi sanno quando finirà la pena, i primi la pena l’hanno già scontata ma vengono ritenuti “socialmente pericolosi” e su di loro grava una “misura di sicurezza” aggiuntiva, che risale al Codice Rocco del 1930. In pratica, gli internati – senza casa, senza lavoro, senza una famiglia in grado di accoglierli – restano reclusi a tempo indeterminato. “Ergastolo bianco” è l’espressione che spesso viene utilizzata per definirli.
Quella di Castelfranco è una delle quattro strutture aperte in Italia. Del centinaio di internati, circa 15 sono stranieri, nessuno è residente in Emilia-Romagna. Da anni il Comune – alla conferenza stampa sono intervenuti il sindaco, Stefano Reggianini, e l’assessore Giovanni Gargano – chiede un ripensamento sulla struttura carceraria presente nel suo territorio per ciò che non ha funzionato rispetto alle aspettative. Chiede al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) una scelta netta: o un forte investimento per dare concretezza all’espressione “casa lavoro” o il superamento di questa esperienza. E oggi avanza la preoccupazione che la chiusura degli Ospedali psichiatrico giudiziari (Opg) possa scaricarsi anche su strutture come questa, giudicate inadatte alla presa in carico di problematiche così complesse. Piuttosto, secondo Desi Bruno, Garante regionale dei detenuti, “il superamento degli Opg va preso a punto di riferimento per praticare il tante volte enunciato principio della territorialità della pena, trasferendo gli internati alle regioni di appartenenza”. Bruno ha poi detto che il 15 aprile incontrerà il nuovo capo del Dap, Santi Consolo, per chiedere che vengano mantenuti gli impegni che il suo predecessore aveva espresso proprio nel corso del convegno di Castelfranco Emilia dell’ottobre 2013, e che sono agli atti.
“È necessario ridare speranza a tutti gli internati ai quali non viene riconosciuto il diritto di sapere né quando né se potranno riacquistare la propria libertà”, ha spiegato la Garante. La quale, rifacendosi alla nuova legislazione sugli Opg, ha aggiunto che “non sarebbe comprensibile la previsione di una durata massima per la misura di sicurezza prevista per gli infermi e per i seminfermi di mente, ma non per i soggetti reclusi nelle Case lavoro”. Ai vertici del Dap recentemente rinnovati si chiede di non rimandare ulteriormente “una decisione i cui contorni sono da tempo chiari, e l’aver superato il problema del sovraffollamento delle carceri apre possibilità maggiori che in passato”. Le Case di Lavoro “rappresentano il conclamato fallimento della funzione rieducativa della pena- ha aggiunto- e forniscono una risposta di tipo esclusivamente segregante a domande che possono trovare risposta assistenziale e sanitario”. In particolare, “a Castelfranco Emilia manca il lavoro, ovvero il presupposto stesso di esistenza dell’Istituto, nonostante il ricco patrimonio agrario e laboratoriale a disposizione, da anni del tutto inutilizzato”. Le potenzialità enormi della struttura carceraria e il senso di spreco che ne deriva sono stati sottolineati da tutti i soggetti intervenuti alla presentazione degli atti del convegno.
Alla conferenza stampa, questa stamattina nella Sala Consigliare del Comune, hanno partecipato anche Patrizia Tarozzi (direttore Ufficio esecuzione penitenziaria di Modena), Paola Cigarini (presidente Conferenza regionale volontariato), Gianpaolo Ronsisvalle (Camera penale di Modena), Giuseppe Basellis (Centro servizi volontariato Modena).
Prot. N. 588/2015
Data 02/04/2015

Modena: Turismo montagna. Delmonte (LEGA NORD): regione salvaguardi stazioni sciistiche evitando 'salasso' pagamento Imu


Dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 21 gennaio 2015, secondo la quale “seggiovie, skilift e cabinovie saranno sottoposte al pagamento dell’Imu”, in quanto gli impianti di risalita sarebbero “classificati come immobili commerciali alla stregua di negozi, bar o ristoranti”, il consigliere della Lega nord, Gabriele Delmonte, rivolge un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere quali iniziative intenda assumere per salvaguardare gli impianti di risalita e evitare il pagamento dell’Imu da parte delle società che gestiscono le stazioni.
L’entità dell’imposta, infatti,- afferma il consigliere- risulterebbe un “salasso insostenibile” per bilanci “già precari e soggetti all’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche”, con ripercussioni negative su un comparto strategico per l’economia turistica della montagna. I costi di gestione degli impianti- aggiunge- sono già elevati, obbligando i gestori “a sforzi enormi per mantenere in vita l’attività”.
Non bisogna dimenticare- conclude-  che gli impianti di risalita nelle provincie di Reggio Emilia (Febbio, Cerreto Laghi, Ventasso Laghi) e Modena (Cimone, Fiumalbo, Pievepelago) costituiscono gran parte del turismo montano della regione e che i residenti delle aree di montagna sono “già stati tartassati con la recente imposta municipale propria (Imu) sui terreni agricoli montani”. (ac)
Prot. N. 597/2015
Data 03/04/2015