Wall Street un duro atto di accusa Stampa
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ItaliaNews - Intrattenimento
Scritto da Achille Della Ragione   
Venerdì 29 Ottobre 2010 07:11

Wall Street un duro atto di accusa

Finalmente un film entusiasmante che inchioda alla poltrona lo spettatore per più di due ore e gli mostra come la crisi economica internazionale riesca a minare le fondamenta del mondo finanziario e a distruggere le stesse condizioni del vivere sociale e della pace
Mondiale.

Era il 1987 quando il famoso regista Oliver Stone realizzava “Wall Street” opera dal carattere forte, deciso, specchio della società americana, uno spaccato del mondo della finanza negli anni Ottanta, intriso di avidità e amoralità. Simbolo indiscusso di questo desiderio di potere era il personaggio di Gordon Gekko, cinico e spregiudicato finanziere d’assalto, che ha fatto vincere l’Oscar come migliore attore, un Golden Globe e un David di Donatello a Michael Douglas. Nonostante Gekko fosse un archetipo negativo, è diventato un’icona paradigmatica dei nostri tempi difficili e tormentati.
Ora nel sequel compare anche una coppia costituita dalla figlia del pirata finanziario e dal suo compagno, un broker dal volto umano.
Gordon Gekko esce dal carcere dopo aver scontato la pena per le frodi attuate a Wall Street e nessuno lo attende al di là del cancello. Egli ha pubblicato le sue memorie e considerazioni sul passato e sul presente della finanza mondiale e le ha intitolate L'avidità è buona?  Intanto sua figlia, che si è rifiutata di fargli visita dopo la morte del fratello, ha una relazione con Jake Moore, un  giovane operante in Borsa sotto le ali dell'anziano Louis Zabel, il quale crede nella possibilità di investire in un progetto finalizzato alla creazione di energia pulita. Zabel viene però messo in gravi difficoltà dalla diffusione di voci finalizzate alla sua eliminazione dal mercato e,  non reggendo la pressione, si suicida. Da quel momento Jake si avvicina a Gekko, che diventa la sua guida, cercando nello stesso tempo di poter tornare ad avere un dialogo con sua figlia.
La speculazione è un cancro pervasivo che ha invaso il mondo e l'alea morale (quella peculiarità per la quale i risparmiatori mettono il loro denaro nelle mani di qualcuno che non si assumerà alcuna responsabilità per l'uso che ne farà) domina il mercato.
Il regista lancia ancora una volta un pesante j'accuse adempiendo al compito di rendere comprensibili, le dinamiche del potere, sia esso politico o economico. Come sempre, però, torna a rivisitare le proprie ossessioni narrative e visive, perché in lui permane sin dalla gioventù un conflitto mai risolto con la figura paterna che traspare in molte sue opere. Non è un caso che la dinamica 'privata' del film si dipani su due filoni legati alla paternità: Gekko vuole riallacciare un legame spezzato con la figlia, e Jake, avendo perso Zabel, è alla ricerca di una nuova figura 'paterna' di riferimento. Stone vive costantemente il conflitto tra autorità e libertà, lo associa politicamente al conflitto tra Stato e Mercato e lo traduce nella drammatica scena della crisi in cui uno dei presenti, dinanzi alla necessità dell'intervento dello Stato americano per salvare le banche, afferma sconsolato:” Questo è socialismo”.
Ma il regista crede anche profondamente nell'opera di Satana nel mondo ed ecco allora il quadro dominante: lo studio del 'cattivo' di turno in cui il Diavolo mangia un corpo umano. Da anarchico di destra bisognoso di certezze Stone va alla ricerca del Male. Lo denuncia spietatamente sperando così che le forze degli inferi non prevalgano.
Il film è intriso di straordinari effetti visivi dall’inconscio significato simbolico, come le bolle di sapone che salgono candidamente verso il cielo e che vogliono rammentarci le terrificanti bolle immobiliari che hanno travolto l’economia degli Stati Uniti o le rotative instancabili che invadono l’economia con miliardi di dollari nuovi, coniati per finanziare le banche alla bancarotta e che finiscono per trasferire il debito sulle spalle degli altri  Paesi e delle nuove generazioni, costrette a sobbarcarsi un peso insostenibile.
La pellicola non ha un lieto fine, ma invita tutti a meditare sul disastro finanziario e spinge tutti gli uomini di buona volontà a cercare un rimedio prima dell’apocalisse.
Achille della Ragione

Ultimo aggiornamento Martedì 02 Novembre 2010 16:13