Manolete, l’eterno dilemma tra eros e tanathos Stampa
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ItaliaNews - Intrattenimento
Scritto da Achille Della Ragione   
Lunedì 17 Maggio 2010 20:09

Manolete, l’eterno dilemma tra eros e tanathos

Giunto in Italia con un ritardo di tre anni per difficoltà nella distribuzione, Manolete è una pellicola da vedere soprattutto per l’ottima interpretazione dei due protagonisti: un’intrigante Penelope Cruz ed un intenso Adrien Brody.
Il racconto si serve della tecnica del flash back con continui salti temporali, che a volte creano confusione negli avvenimenti e nella breve vita di Manolete fissa l’ultimo anno e mezzo, incentrato sulla burrascosa relazione sentimentale con la bellissima attrice Lupe Sino, una donna mediterranea e solare, amante della vita.

Manolete è figlio d’arte ed a cinque anni ha perso il padre, dal quale eredita l’appellativo. Vive nella povertà con l’unico obiettivo di divenire famoso. Affronterà il primo toro a dodici anni e gli occhi minacciosi di un Miura saranno l’ultima cosa che vedrà a trenta anni nell’arena di Linares.
Il film vuole raccontare la storia di un celebre torero, ma anche quella di un semplice uomo con la sua storia d’amore tormentata e passionale, che cambierà ad entrambi la vita.
Egli è un giovane complessato e malinconico alla ricerca del riscatto sociale nel turbinio dell’arena, in un momento storico dominato dal franchismo, ridotto a sfondo delle sue gesta eroiche, ma incontrando l’amore capirà di avere un altro scopo nella vita oltre alla carriera. Una relazione conflittuale e burrascosa, il classico binomio amore e odio.  I corpi dei due amanti si fondono in una miscela di erotismo che già trasuda un senso di morte. Ma non potrà avere tutto, perché la felicità porta ad amare la vita e per un torero, che deve ogni volta sfidare la morte, significa avere paura e divenire vulnerabili. E la fine è dietro l’angolo.
Manolete incarna un mito antico, che rappresenta  l’anima stessa della Spagna: la lotta non tanto contro il toro, quanto contro le avversità, al limite contro sé stesso. Egli è un torero dallo sguardo perennemente triste e dal comportamento pacatamente serio, ha gesti austeri e solenni, ma anche estremamente delicati.
Affronta la morte più con rassegnazione che con coraggio, conscio che la sua parabola ha già raggiunto l’apice e che vivrà a lungo nell’amore di quanti lo hanno osannato.
Achille della Ragione