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IschiaNews - Cronaca
Scritto da Giuseppe Impagliazzo   
Venerdì 05 Febbraio 2010 18:38

Ischia: Sos Ischia

Lanciateci un salvagente.
Non è reato sognare un futuro migliore, forse lo è stato affidarsi e fidarsi di una classe dirigente miope ed affarista. In questi giorni si sta vivendo il dramma degli abbattimenti. Purtroppo solo chi vive di persona queste cose può capire la drammaticità della situazione. Noi come popolo di ex contadini e pescatori abbiamo vissuto il boom economico con il turismo.

Il turismo ha portato sull’isola persone che se ne sono innamorate. Arrivano i primi soldi, qualcuno pensa bene di vendere qualche pezzetto di terreno per potersi fare una casetta più decente. Il forestiero acquirente comincia  a farsi qualche villetta in questa oasi di pace. Siamo ancora nella “legalità” si riusciva ad ottenere il progetto per queste opere. Passano gli anni e purtroppo la procedura cresce, cresce, cresce…iniziano i primi abusi, il progettino comincia a costare caro! Si va avanti: sigilli, cause, abbattimenti, condono per noi erano solo diciture. Il primo condono è stata la prima pratica al clientelismo politico, alla nascita del sistema abusivismo legalizzato. Si costruiva nell’immediatezza dell’uscita del condono e poi pagando profumatamente si condonavano baracche, “pagliarelle" e quant’altro in modo ed avere la possibilità,  grazie agli agganci giusti, di realizzare una casa degna. Era il sistema o ti accodavi o restavi senza casa! Non è reato sognare un futuro migliore, forse lo è stato affidarsi e fidarsi di una classe dirigente miope ed affarista. Il secondo condono è stata la conferma del postulato. E così siamo giunti al terzo condono, il boom è finito ormai da tempo Ischia d’un tratto è finita della morsa delle grandi holding degli uomini di affari grossi , sima piombati una dittatura capitalista ed imprenditoriale dove noi umili cittadini siamo le pedine, sudditi in ogni ambito di un sistema che ci costringe ad elemosinare anche il lavoro. Il terzo condono non vale ad Ischia eppure la casa ci serve ancora! È una realtà che non si può cancellare, non lo si può fare nel modo in cui lo “Stato” sta facendo. Sicuramente chi da lontano guarda Ischia, specialmente dopo gli eventi alluvionali, penserà che l’unico modo di fermare quest’”abusivismo” siano le ruspe. Un sistema mirato ad incutere paura. E, ci potete credere, questa paura l’hanno solo i poveracci ed è bastato solo un abbattimento. Tutto questo che si sta vivendo è surreale, tutti speriamo che questo benedetto terzo condono ci salvi. La cosa più brutta, terribile, è quella di ritrovarsi qui ad Ischia tra le persone che vivono in case di necessità con il peso insostenibile del provvedimento di abbattimento esecutivo sulle spalle. Il male peggiore è vedere queste persone che sono riusciti a realizzarsi la casetta, ma come? Debiti sacrifici immani, lavori ed impieghi per tirare avanti h 24, prestiti ancora in corso! Per queste persone le istituzioni sono il boia, ed in un paese come l’Italia questo non dovrebbe esistere, si sta violando un diritto umano. I nostri amministratori in ordine gerarchico, poveracci, sono più abusivi di noi per cui si trovano spalle al muro, così è stato più facile per loro abbandonarci. È ovvio che dall’esterno non si puo’ che vedere quale soluzione il pugno duro. Ma nell’oscurità bisogna trovare un barlume di luce e quella luce dovrà essere la nostra strada per ricostruire Ischia, renderla a misura d’uomo. Sicuramente le nostre amministrazioni, dopo gli avvenimenti degli ultimi tempi avrebbero dovuto presentare programmi di recupero del territorio, progetti di ricostruzione ed abbattimento dei veri scandali del mattone. Ma forse per loro il problema è troppo grande. Si aspetta forse dal cielo che qualcuno scenda a fare il miracolo, magari il terzo condono. E poi questa non è la soluzione, sarebbe solo un palliativo. Bisogna subito convocare degli esperti in materia, programmare e pianificare, sarà un lavoro duro, ma il popolo di Ischia è compatto e seguirà chi saprà lanciargli un salvagente per continuare a sperare di poter vivere ancora nella sua terra.
Giuseppe Impagliazzo( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. -3476035913)

Ultimo aggiornamento Giovedì 25 Aprile 2013 10:25