Modena: Treni. Gibertoni (M5S): garantire servizio biglietteria stazione Castelfranco Emilia (MO); societa' ad hoc per gestione stazioni non fs Stampa
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ModenaNews - Cronaca
Scritto da Online Information   
Martedì 12 Maggio 2015 14:48

Modena: Treni. Gibertoni (M5S): garantire servizio biglietteria stazione Castelfranco Emilia (MO); societa' ad hoc per gestione stazioni non fs

Giulia Gibertoni (M5s) ha rivolto una interrogazione alla Giunta per sapere come la Regione intenda intervenire "per garantire la continuità del servizio di biglietteria presso la stazione ferroviaria di Castelfranco Emilia", in provincia di Modena. La consigliera vuole inoltre sapere quali sono i controlli che la Regione Emilia-Romagna mette in atto presso i comuni "per garantire che gli indirizzi della delibera di giunta regionale (1317 del 16/9/2013) non siano disattesi da decisioni univoche delle singole amministrazioni comunali". La delibera, ricorda, ha stabilito "indirizzi e vincoli al gestore dell'infrastruttura ferroviaria regionale per l'affidamento dei servizi ferroviari di competenza regionale" e tra gli obiettivi rilevanti fissati figurano: "Migliorare la qualità delle stazioni e delle fermate nel territorio regionale in modo che divengano punti di eccellenza sia sotto l'aspetto funzionale che di accessibilità e di integrazione; garantire una tempestiva, adeguata ed integrata informazione all'utenza in tutte le stazioni e fermate attraverso l'ausilio di dispositivi evoluti di comunicazione, sia visivi che sonori".
Infine, Gibertoni chiede di sapere se la Regione ritenga opportuno "valutare la possibilità di creare una società regionale ad hoc per la gestione delle stazioni ferroviarie non affidate al gruppo Ferrovie dello Stato in modo da garantire standard di qualità uniformi su tutto il territorio regionale superando così l'attuale situazione molto disomogenea da comune a comune".
(cc)
Prot. N. 858/2015
Data 12/05/2015


Modena: Assemblea er. Boschini a Carpi per la giornata di studio la pace un diritto universale


Il consigliere Giuseppe Boschini rappresenterà l’Assemblea legislativa alla Giornata di studio “La pace: un diritto universale”, organizzata dall’Istituto di istruzione superiore “A. Meucci” di Carpi.
L’iniziativa si terrà mercoledì 13 maggio, alle ore 8.15, nella sala Congressi di via Peruzzi a Carpi (Mo).
(cr)
Prot. N. 860/2015
Data 12/05/2015

Modena: Carcere Modena. Per lavoro a detenuti anche il professore che ha lanciato fare impresa in dozza garante regionale: coinvolgere imprese alimentari territorio

E’ Italo Giorgio Minguzzi, l’ideatore del progetto “Fare impresa in Dozza”, che ha permesso di avviare un’attività di officina meccanica all’interno della casa circondariale di Bologna - il carcere della Dozza, appunto -,  la prima persona che la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha incontrato, insieme alla direttrice del carcere di Modena, Rosa Alba Casella, per cercare di risolvere il problema della carenza di attività lavorative per i detenuti all’interno della struttura modenese.
L’obiettivo è “il coinvolgimento di imprese operanti nel territorio”, spiega la Garante dopo il colloquio con Minguzzi, professore universitario di Diritto all’Università di Bologna, avvenuto durante una visita di Bruno al carcere di Modena la scorsa settimana. Per rispettare la vocazione delle attività presenti nell’istituto, nonché del territorio, l’intenzione è quella di valutare progetti nel settore alimentare.
In linea con gli altri dati regionali, anche a Modena si può considerare conclusa l’emergenza del sovraffollamento: a fronte di una capienza regolamentare di 373 unità infatti i presenti sono 380, di cui 28 donne. Più della metà sono stranieri, per la maggior parte provenienti dal Nord Africa e dall’Est Europa. Sono 212 i condannati in via definitiva, 69 quelli in attesa di primo giudizio, 32 gli appellanti e 46 i ricorrenti; 18 gli ammessi al lavoro all’esterno, un semilibero, un semidetenuto.
Si registra attualmente una forte presenza di detenuti autori di reati sessuali, 95, per cui però “mancano puntuali progetti terapeutici atti a prevenire il rischio di recidiva”.
All’interno del carcere, fa notare Bruno, “vengono applicate correttamente tutte le disposizioni: dal servizio di accoglienza dei nuovi ingressi, con spazi per gli screening sanitari in attesa dell’assegnazione, alla separazione fra imputati e condannati in via definitiva, fino alla sezione per i detenuti dimittendi, con spazi dedicati alla scuola e ai corsi di formazione”.
Non solo, prosegue la Garante; “E’ poi pienamente operativo il regime a celle aperte, con i detenuti che passano più di otto ore al giorno all’esterno della cella, ma soprattutto continua la sperimentazione relativa alla sezione Ulisse, una esperienza unica a livello regionale: circa 50 detenuti, selezionati dalla direzione tra chi ha un grado di pericolosità lieve, trascorrono quotidianamente sei ore in ambienti comuni organizzati per la socializzazione e per la frequentazione dei corsi scolastici, del tutto separati da quelli in cui ci sono le camere di pernottamento”. Al momento, segnala Bruno, tutte le attività previste, oltre alla scuola, sono possibili grazie al contributo del volontariato.
Grande parte della visita, conclude la Garante, è stata dedicata ai colloqui con le persone detenute, durante i quali è stata sollevata, in particolare, “la questione relativa al mancato rispetto del principio di territorialità della pena, con molti detenuti che non sono nell’istituto più vicino alla loro famiglia”.
Prot. N. 879/2015
Data 14/05/2015

Modena: Sisma. Alleva (ALTRAER): nuovi criteri e risorse per contributi famiglie a copertura canoni locazione


Piergiovanni Alleva (AltraER) ha rivolto una interrogazione alla Giunta per chiedere alla Regione di farsi promotrice, presso la Struttura commissariale per la ricostruzione post sisma, "della necessità di individuare nuovi criteri rispetto a quelli contenuti nell'ordinanza n.20 (8 maggio 2015 ) per erogare contributi a copertura del canone di locazione alle famiglie in attesa di ricostruire gli alloggi d’origine, che tengano conto del reale importo del canone dovuto". A questo proposito, Alleva rileva che "anche le associazioni sindacali hanno manifestato perplessità per i criteri individuati nell'ordinanza".
Il consigliere, in alternativa, chiede di valutare l’opportunità "di utilizzare fondi regionali a integrazione delle risorse a disposizione della Struttura commissariale per non ridurre l’importo dell’attuale CAS (contributo per l'autonoma sistemazione), al fine di evitare di arrecare un ulteriore difficoltà economica ai cittadini ancora fuori dalla propria abitazione".
(cc)
Prot. N. 880/2015
Data 14/05/2015