Napoli: Il tema dell’Adorazione nel Maestro dell'Annucio ai pastori Stampa
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NapoliNews - Storia
Scritto da Achille Della Ragione   
Venerdì 17 Luglio 2015 09:20

Napoli: Il tema dell’Adorazione nel Maestro dell'Annucio ai pastori

Il tema dell’Adorazione dei magi, spesso in pendant con l’Annuncio ai pastori, è tra i più trattati dal Nostro artista ed abbiamo numerosi esempi da segnalare, riferibili cronologicamente a vari periodi.
Il dipinto da cui partiamo per la nostra carrellata è quello(tav. 1) conservato a Napoli a palazzo Zevallos, già della collezione del Banco di Napoli, il quale, prima di essere acquistato nel 1985, fu presentato nel 1981, in pendant con un Annuncio ai pastori oggi in collezione Johnson, ad una importante mostra antiquariale organizzata dalla Matthiesen Gallery e tenutasi a Londra nel 1981.
La monumentalità dell’impianto compositivo, ma soprattutto la tavolozza più ricca e vivace, oltre alla intensa luminosità della scena, inducono ad ipotizzare una datazione dopo il 1635, quando la rivoluzione cromatica, che interessò la pittura non solo napoletana, ma anche romana, genovese e siciliana, si instaurò sulla scorta degli esempi del Rubens e del Van Dyck. Agli stessi anni appartengono anche le due versioni di Madrid(fig. 1) e Valencia(tav. 2) pubblicate nel 1985 dal Perez Sanchez, le quali presentano lo stesso schema compositivo riproposto con minime varianti.
La stessa scena ruotata con il Bambinello sulla destra caratterizza una versione (tav. 3 – fig. 2) conservata in una collezione privata a Barcellona ed una(tav. 4) presso l’antiquario Febbraio a Napoli, che fu esposta alla mostra Ritorno al Barocco.
Infine segnaliamo una tela(fig. 3), già presso la collezione Ruffo della Scaletta a Roma, dalla quale in epoca imprecisata fu ritagliata fa figura del re mago a sinistra(fig. 4) e residuò parte della composizione originaria, che diede luogo ad un autonomo dipinto(fig. 5).
Da espungere con certezza la tela(fig. 6) di proprietà dell’Università di S. Barbara in California, eseguita da un ignoto stanzionesco.
Anche del tema dell’Adorazione dei pastori ci sono pervenuti diversi esemplari.
Tra questi uno dei più studiati è quello(tav. 5) conservato a Rimini nel museo della Città, al quale fu donato nel 1934 dalla nobildonna Elena des Vergers de Touloungeen.
Longhi riteneva che esso costituisse uno dei migliori modelli preparatori per la grande composizione che anticamente ornava la controfacciata della chiesa napoletana di San Giacomo degli Spagnoli. Citata dal Celano come opera di Bartolomeo Bassante e dal De Dominici, che ne sottolineava l’ispirazione ai modi del Ribera, la composizione scomparve agli inizi dell’Ottocento, quando furono eseguiti lavori di trasformazione dell’edificio che comprendeva la chiesa in palazzo dei ministeri, divenuto oggi sede del municipio napoletano.
Esistono  numerose altre versioni del dipinto: una presso Maitre Kohm a Bourg en Bresse, una seconda(fig. 7), più famosa e senza varianti rispetto alla precedente, a Firenze presso la Fondazione Roberto Longhi, una terza, più piccola e con molte varianti, è conservata a Valenza nella cappella della Comunione della chiesa di San Tommaso, dove fa da pendant ad una Adorazione dei magi.
Alla tela di Rimini si potrebbe associare come pendant, avendo misure analoghe, l’Adorazione dei magi(tav. 3) di una collezione privata a Barcellona.
Tenendo conto delle dimensioni cospicue della tela in esame e delle altre prima citate, sarebbe più opportuno considerarle tele autonome e non bozzetti preparatori.
Per quel che riguarda la cronologia, si può ragionevolmente ipotizzare che l’opera in questione segua la fase più strettamente naturalista e vada a collocarsi in un momento di maggiore apertura pittoricistica, alla pari dell’Adorazione conservata nel museo di San Paolo del Brasile(fig. 8, tav. 6), culminato nel trionfo cromatico che può apprezzarsi nel dipinto(tav. 1) della collezione del Banco di Napoli.
La Pagano, nel redigere la scheda per una mostra, ritiene il Presepio di Rimini posteriore alla tela della Fondazione Longhi “perché ad un maggiore addolcimento delle forme già presente nel dipinto fiorentino, si aggiunge un’apertura del fondo in uno squarcio insolito fino a questo momento per il pittore,  che ritroviamo identico nella citata Adorazione dei Magi(tav. 3) a Barcellona.  Ulteriori riferimenti culturali possono essere rintracciati nel giovane in preghiera accanto alla Vergine, che ripropone un rapporto con la cultura cavalliniana e nell’atteggiamento più decoroso delle figure con una particolare resa classicista nella raffigurazione del Bambino Gesù”.  
Ritornando alla tela conservata a San Paolo del Brasile, ricordiamo che essa fu donata al museo nel 1950 e venne assegnata a Bartolomeo Passante dal Soria l’anno successivo. Una datazione proposta da vari autori è tra il 1625 ed il 1630, come pure qualche studioso, sulla base di un inventario, ha avanzato l’ipotesi che possa trattarsi del dipinto presente nel 1698 nella raccolta napoletana di Francesco Montecorvino.
Un’altra notevole Adorazione è quella(fig. 7 – tav. 9) della collezione Neapolis di Ginevra, che fu esposta nel 1999 presso la Walpole Gallery di Londra, collocabile cronologicamente verso la fine del terzo decennio.
Un’altra versione(tav. 8) di notevole qualità è conservata a Gerusalemme, dove si trova da quando nel 1849 fu regalata dalla Spagna. Di recente è stata esposta ad una importante mostra organizzata dalla Galleria Canesso tenutasi a Lugano.
Achille della Ragione