Il porto di Casamicciola cade a pezzi Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Mercoledì 04 Ottobre 2006 17:12

Il porto di Casamicciola cade a pezzi

Lamiere penzoloni sul mare e cumuli di asfalto. Le banchine, da poco oggetto di pseudo lavori di rifacimento e consolidamento, sono un'indecenza pubblica ed il continuo e rapido deterioramento dell'asfalto apposto crea una condizione di pericolo costante... 

Non molto tempo fa denunciammo i lavori beffa eseguiti sul porto di Casamicciola Terme. Lavori che a lungo andare hanno sortito effetti a dir poco vergognosi e... pericolosi. Una indecenza pubblica manifesta a tal punto, tanto da divenire sfacciata. Tali lavori furono effettuati, per così dire, per tappare quei buchi e nascondere alla vista l'assenza di una soletta in cemento armato munita di travi ad U, mai realizzata, pur se preventivata, nel più breve tempo possibile, affinché ogni possibile rimostranza e constatazione dell'inaccessibilità di tali strutture portuali venisse portata a conoscenza dell'opinione pubblica o di chi, per forza di cose in merito, avrebbe dovuto assumere i dovuti provvedimenti. Questo è accaduto nonostante le compagnie di navigazione, gli stessi comandanti e soprattutto l'utenza privata ne risenta in maniera quasi inaccettabile ed oramai sempre più insostenibile. Venendo al nocciolo della questione: questi lavori del "cavolo", a pene di segugio devono essere rifatti completamente. Chiudere la banchina di questi periodi sarebbe davvero impossibile, sarebbe un grave danno non solo economico per l'intera comunità isolana. Ed è inutile stare qui a ricordare su quali basi si fonda la nostra economia o sul come ed il perché milioni di persone debbano essere forniti di tutti i generi di prima necessità quotidianamente. Per qualcuno sarebbe stato il caso di pensarci prima di stendere dell'asfalto che, come si sa sulle lastre di ferro battuto non attacca, oppure di installare una lamiera unica lungo tutta la banchina, invece di affissare sulla stessa dei rettangoli di lamiera che da un po' di giorni sanno creando problemi agli addetti ai lavori. Nella mattinata di ieri ci siamo recati sul porto casamicciolese e non potevamo far finta di nulla a quello spettacolo indecoroso ed indecente. Le lamiere penzolano in mare dopo essersi ovviamente staccate dalla sede, l'asfalto si è scollato creando dei dossi che creano disagi e pericoli non solo ai passeggeri ma anche agli automobilisti in procinto di imbarcarsi. Addirittura è accaduto che alcune vetture hanno subito dei danni alle ruote o hanno perso i paraurti. A quel punto i proprietari delle auto hanno chiesto il risarcimento dei danni ai comandanti delle navi. Ma loro non hanno nulla a che fare con i lavori di cui in oggetto, per cui se bisogna fare delle lamentele "rivolgersi alla ditta incaricata?". Beh la questione pare controversa poiché, almeno giuridicamente vi sono precedenti, con procedure processuali attualmente in corso che hanno visto la richiesta di risarcimento danni da parte di persone in procinto di partire e vittima d'incidenti occorsigli addirittura qualche momento prima di imbarcarsi, nelle aree di accesso ai pontili con l'unico dato a favore quello di essere in possesso di regolare ticket d'imbarco. L'ultimo in ordine di tempo accaduto proprio due anni fa presso il terminal aliscafi di Casamicciola dove una giovane donna, feritasi in una caduta su per le grate in ferro che costituiscono la palafitta d'imbarco, ha citato per danni la compagnia di navigazione incaricata del servizio veloce. Per quanto riguarda il manto di asfalto disgregato di cui si sta trattando, i portelloni delle motonavi grattano sulla banchina aumentando di più i rischi di creare delle voragini sempre più profonde. Poi a quel punto le uniche soluzioni per riparare il tutto è di chiudere il porto... "causa lavori". Ma non è finita qui. Su un lato della banchina da quasi un anno è piazzato un "pollaio", definito in questo modo da tanti, cioè un reticolato che chiude un fessura in quel tratto di banchina, fessura che non crea alcun tipo di problema, infatti bisogna solo cementare quella fenditura e il problema è risolto. Mentre invece bisogna attendere fino a quando qualche ditta non vinca una gara d'appalto. Chi ha sbagliato i lavori non sapeva che evidentemente il cemento armato avrebbe evitato di molto i disagi che sono nati ultimamente, o forse aveva speso i fondi per eseguire lavori a regola d'arte in altro modo... chissà? Di certo chi ha preso l'iniziativa non ha considerato le effettive ripercussioni sull'intera area portuale, attualmente unica via di collegamento, certa e continua con la terraferma. Figuriamoci se si è preoccupato di chi per imbarcarsi deve transitare su un percorso ad ostacoli. Ma tutto questo è già noto, fa parte del sistema potere economico- potere politico ed ogni minimo tentativo di evidenziare la propria indignazione è pura e semplice demagogia. La verità è che tutto dipende da un'entità superiore che certo ci circonda e ci raggira beata e ci riempie la testa di buoni e nobili chiacchiere ma che in sostanza pensa solo ai "fatti" suoi, questa entità fa rima con danaro e come al solito il comandare è meglio del.... Perciò rileviamo e pubblichiamo e nel frattempo ci rassegniamo ad attendere l'intercessione "divina". Bontà sua!

 

Ultimo aggiornamento Domenica 28 Giugno 2009 14:16