Bus Sepsa rompe i freni rischiando di precipitare con il suo carico umano Stampa
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CasamicciolaNews - Cronaca
Scritto da Ida Trofa   
Sabato 12 Novembre 2005 20:59

Bus Sepsa rompe i freni rischiando di precipitare con il suo carico umano

Una avaria al sistema di frenata a messo a serio rischio la vita dell’autista e dei numerosi passeggeri presenti a bordo. Solo grazie all’esperienza e alle capacità del conducente si evitato la peggio. Provvidenziali le ringhiere di delimitazione che hanno consentito in extremis il recupero del mezzo in corsa.Diversi repertati ed il ricovero precauzionale del dipendente Giaffreda che ha ricevuto un colpo violentissimo all’addome a seguito dello schianto in seguito al quale è rimasto praticamente schiacciato contro il grosso sterzo.

Grave incidente sulla litoranea di Casamicciola Terme nella tarda mattinata di Venerdì, quando un bus Sepsa con il suo carico umano è pericolosamente finito contro le ringhiere di recinzione del tratto di strada dominato dalla imponente mole del Pio Monte della Misericordia. A quanto pare il grosso mezzo di linea del tipo Iribus, dunque un modello di non ultima generazione( e neppure penultima! ), a seguito di una irrimediabile avaria al sistema di frenata è partito come una scheggia impazzita del tutto senza controllo. Fortunatamente il breve tratto dove tutto si è compiuto è di tipo pianeggiante e la velocità del bus era moderata.
Attimi di panico e di terrore, un breve smarrimento per il conducente trovatosi di fronte all’impossibilità di domare il grosso bestione e con il peso del suo bagaglio di passeggeri da salvare e proteggere. È bastato però uno sguardo alla strada, l’occhio vigile sul traffico in transito ed un rapido calcolo sulle possibilità di rischio massimo a spingere l’autista nell’estremo tentativo di evitare il peggio limitando, per quanto nelle sue capacità e possibilità, il peggio. Davvero una grande dimostrazione di coraggio ed esperienza, d’indubbie capacità tecniche che hanno permesso all’uomo, di uscirne, vivo e con se l’utenza, per il rotto della cuffia.
Infatti schiacciato il piede sul pedale del freno per una normale chiamata di fermata l’agghiacciante scoperta, l’assunto di una terribile verità: « I freni non funzionano!». Che fare? Come impedire che l’autobus coinvolgesse altri veicoli, che sfondasse il parapetto catapultandosi giù sugli scogli, in mare trascinando dentro di se tutte quelle persone? L’unica soluzione: sfidare la sorte. Sfidare e richiamare a se quella stessa sorte che in quel momento pareva aver preso, è davvero il caso di dire, un’altra direzione, tentando la carta dell’attrito laterale con la recinzione nell’estremo tentativo di rallentare la velocità del veicolo e gradualmente cercarne la frenata a seguito dell’urto stesso.
Scintille, stridore di lamiere e le grida di terrore di quanti improvvisamente si sono trovati faccia a faccia con la morte, hanno dipinto lo scenario di un panorama dalle fosche tinte: “ l’inferno corre sull’asfalto e sale sul marciapiedi a sbalzo sulla scogliera” e risveglia dal suo consueto torpore, mettendola nuovamente dinanzi ad una triste evidenza una popolazione di automobilisti e non solo che da tempo ha visto crescere in maniera esponenziale la percentuale di sinistri e vittime dell’asfalto. Poi l’atteso schianto, il colpo più forte, l’impatto definitivo del pullman che si accartoccia, si schiaccia e finalmente placa la sua furia meccanica colpendo le inferriate.
Diversi i feriti, che tra lo stupore e l’incredulità generale sono stati trasportati e refertati presso il nosocomio Anna Rizzoli di Lacco Ameno dalle unità in servizio del 118, dopo essere stati soccorsi in un primo momento dai primi testimoni della mancata sciagura accorsi al momento dell’incidente e richiamati dal forte trambusto. Ricovero precauzionale anche per l’autista il signor Giaffreda di Casamicciola Terme, che a seguito dello schiacciamento dell’autoveicolo si è trovato incastrato tra il grosso sterzo ed il sedile stesso. Una forte contusione all’addome dunque ne ha reso necessaria la degenza in ospedale per consentire che tutte le indagini mediche e le cure del caso venissero praticate.
Una tragedia sfiorata che altrimenti potrebbe ritenersi come il capitolo forse più triste e drammatico della storia scritta dai tanti troppi morti caduti vittima dell’asfalto e della strada. Sul caso certamente, l’azienda che ora si trova ad over pelare una bella gatta, quasi sicuramente ha aperto un’inchiesta volta ad appurare se trattasi di un errore umano o di un guasto tecnico non imputabile al cattivo stato di messa e controllo dei sistemi facenti parte dell’apparato motore e degli ausiliari.
Tuonano gli esponenti della rappresentanza sindacale che spingono al fine di ottenere più garanzie e sicurezza per i lavoratori, soprattutto qui sull’isola d’Ischia dove da sempre ci si batte per l’istituzione e la creazione di un parco macchine per lo svolgimento del servizio di trasporto pubblico, adeguato e confacente alle caratteristiche geomorfologiche del territorio, con 11 km di discese ininterrotte su viuzze nate non carrabili, caso unico forse in Italia, ed alla particolarità del traffico viario stesso che negli ultimi anni ha subito una paurosa crescita determinando l’ovvia e conseguente carenza di spazi per la sosta inevitabilmente effettuata in strada allorquando risultano essere pressoché inesistenti le aree parcheggio.
Ultimo aggiornamento Domenica 10 Maggio 2009 14:08